Opera di commistione tra il folk padano e il cantautorato d’avanguardia ambientalista, questa effervescente e frizzante composizione del 2009 rendeva omaggio alla bassa lodigiana denunciando l’incresciosa situazione a cui era sottoposto tale ridente territorio.
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E’ sera. Sono seduto alla mia scrivania pensando a come iniziare il post. Una volta facevo meno fatica ad iniziare gli articoli, forse ero più ispirato dal mondo circostante. In questo periodo tuttavia il mondo circostante è chiuso fuori dalla porta per cui temo non mi possa essere di molto aiuto.
Cerco ispirazione altrove: sullo schermo del mio computer vedo, sulla pagina del mio sito, una foto di una chitarra elettrica.

non è la mia chitarra
Osservando la foto mi accorgo che il fotografo, prima di scattare la foto, avrebbe potuto dare una spolverata allo strumento.
Creato come omaggio al movimento dadaista da cui trae il titolo, il brano che oggi ripropongo compie nel mese corrente ben dieci anni. Tanto infatti è passato dalla pubblicazione dell’allora leggendario album “Musicoterapia”, autentico disco di svolta della storia del rock (come già scritto tanto tempo fa su questo stesso blog).
Era la notte di Natale.
Quattro masnadieri, armati fino ai denti, aspettavano che passasse la corriera.
Uno di essi disse: “Paolo, ho sonno, raccontami una storia”.
E Paolo incominciò…